Diario 2005 |
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M.
CARMO DI LOANO da sopra Verzi
5
gennaio 2005 - Gianni, Franca, Bruno, Paolo, Dino, Renato,
Mino
Tempo
nuovamente incerto. Al mattino durante il viaggio in auto leggera
pioviggine. Poi pallido sole, nuvole a folate e nebbia in vetta.
Panorama a spizzichi: appena visibili le MARITTIME e il VISO,
per il resto nuvole e foschia. Più chiaro verso il mare
ma visibilità scarsa.
Siamo
partiti qualche curva sopra VERZI a quota 450 circa alle ore 8
e 15. Veloce salita al RIF. PIAN DELLE BOSSE, molto bello così
come è bello il prato intorno all'edificio, con panche,
tavole, fontana, laghetto e staccionata di recinzione. Avremmo
voluto seguire l'itinerario di cresta NE ma ci siamo sbagliati
ed abbiamo preso il sentiero segnato da un triangolo rosso che
conduce al GIOGO DI GIUSTENICE. Abbiamo fatto un traverso a NE
con un sentiero in mezzo al bosco e ben innevato. Al GIOGO siamo
arrivati alle 10 e 30. Breve sosta e poi via seguendo sempre il
triangolo rosso che sale attraverso il bosco ed esce allo scoperto
poco sopra il RIFUGIO M. CARMO. Ultimo strappo e alle 11 e 30
eravamo in vetta ai piedi della bellissima croce in acciaio. Dopo
le foto di rito veloce discesa al RIF.M.CARMO dove nello spazioso
locale, sempre aperto, ci siamo fermati a mangiare (ore 12) dopo
aver rispettato i tre minuti di silenzio per le vittime dello
tsunami. Intanto poco lontano sono arrivati nove crossisti con
moto da trial che poi ci hanno raggiunto e superato in discesa.
Alle 12 e 40 via a seguire il bollo rosso fino alle torri di roccia
che sovrastano il costone. Mi sono anche cimentato in una mini
arrampicata rimediando una bella botta alla coscia destra. Abbiamo
abbandonato il bollo e seguito il segno giallo rosso che ci ha
portato ad una deviazione a sinistra e una faticosa risalita fino
al RIF. PIAN DELLE BOSSE. Quindi veloce discesa fino alle auto
(ore 16). Una piacevole gita fatta in scioltezza che ci ha permesso
di compiere un interessante anello attorno al M. CARMO. |
Il
rifugio M. Carmo situato più in basso della vetta |
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M.
PENNA dal Passo dei Ghiffi
13
gennaio 2005 - Gianni, Franca, Renato, Mino, Gian Piero,
Dino, Franco, Bruna, Paolo, Carlo Tonino, Giorgio
Siamo
tornati al Penna in una giornata dapprima discreta , poi dopo
mezzogiorno bella con il sole, splendida al tramonto.
Siamo
partiti alle 8 e 15 dal PASSO DEI GHIFFI dove abbiamo lasciato
l'auto. Qualcuno aveva portato le ciaspole che sono state utilizzate
a tratti dal PASSO DEI PORCELLETTI in poi (in pratica poco dopo
l'incrocio dei due itinerari AV e quadrato giallo). All'inizio
poca neve. Sempre bello l'itinerario che sale lungo il crinale
roccioso e che porta al punto di incontro dei due segni. Qui
la neve è diventata abbondante e qualcuno si è
messo le ciaspole. Veloce e tranquilla camminata fino al PASSO
DELL'INCISA (ore 10 e 45). Salita nel bosco con il magico fascino
della galaverna ed arrivo in vetta alle ore 11,30. Il cielo
da coperto si stava schiarendo e dopo mezzodì è
spuntato il sole. Bellissimo! Panorama discreto ma non eccezionale.
Molta foschia, solo le Alpi erano più nitide. Alle 12
e 30 via per il ritorno. Divertente discesa nella neve ancora
dura per cui si camminava bene. Stesso percorso fino al PASSO
DEI PORCELLETTI dove abbiamo seguito il quadrato giallo. Poco
dopo abbiamo incontrato il segnavia di raccordo con PRATOMOLLO
(tre pallini rossi) e ci siamo rammaricati di non essere passati
per la SPINGARDA - PRATOMOLLO. Subito dopo ci siamo fermati
al sole per una prolungata sosta con merenda (quasi 45 minuti!).
Quindi ultimo tratto del ritorno. Bello l'attraversamento del
ponticello ed il sentiero ci ha riportato nel bosco di pini.
Intanto il tempo era decisamente migliorato ed il PENNA svettava
maestoso all'orizzonte. Una gita sempre bella.
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Poco
sotto la vetta del Penna uno sguardo sull'Appennino tra la neve
che ricopre gli alberi |
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La
cappelletta del Penna decorata dalla galaverna. Anche dentro la
galaverna ha ricoperto di pizzo le immagini votive. |
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M.
GOTTERO dal Passo di Cento Croci
27
gennaio 2005 - Gianni, Franca, Mino, Arrighini, Dino,
Paolo, Dino, Marasso
Un
freddo bestiale. Cielo velato, a tratti un pallido sole ma vento
forte e sempre freddo. -7 al PASSO, - 12 in cima al GOTTERO.
Siamo
partiti dal PASSO DI CENTO CROCI alle 8 e 45. Difficile prendere
un ritmo di marcia accettabile quando fa così freddo! Mi
facevano male le dita delle mani. Il dolore alle dita delle mani
ha tormentato Franca per tutto il giorno e non le ha permesso
di scattare le fotografie che avrebbe voluto. Comunque ci siamo
imbottitti bene e poco dopo un'ora siamo arrivati alle PALE EOLICHE.
Veramente imponenti lo torri su cui ruotano le enormi eliche.
Ancora un tratto di dorsale esposto alle gelide raffiche ed ecco
la prima neve gelata. Ci siamo messi i ramponi e via lungo il
sentiero che attraverso il bosco si snoda sulla cresta NORD OCCIDENTALE
del monte. Neve ora dura ora farinosa ma sempre asciutta. Finalmente
siamo usciti dal bosco, abbiamo attraversato la caratteristica
calotta sommitale coperta di neve gelata e alle 12 siamo arrivati
alla croce di vetta, tutta storta. Discreto il panorama limitato
però a distanze relativamente vicine. Bene AIONA PENNA
MAGGIORASCA. Appena visibile il gruppo ORSARO MARMAGNA. Meglio
le APUANE. Foschia al mare, non visibili le ALPI. Dopo una brevissima
sosta per le foto alle 12 e 10 via sulla dorsale NORD EST e veloce
discesa su neve abbondante fino alla FOCE DEI TRE CONFINI. Qui
ci siamo fermati alle 12 e 40 per mangiare qualcosa, appena sotto
il colle, un pò al riparo del vento. Alle 13 partenza lungo
l'ALTA VIA attraverso il bosco di faggi sempre su neve, ora gelata
ora farinosa. Ogni tanto pallido sole poi altre nuvole e sempre
vento gelido. Ben presto siamo tornati al bivio incontrato al
mattino in salita e tolti i ramponi siamo arrivati alla CAPPELLETTA
vicino alle pale dove abbiamo fatto un'altra brevissima sosta.
Poi ultimo tratto di veloce camminata fino alle auto (ore 16).
Una gita da ricordare per il gran freddo. |
Una
delle due pale eoliche al passo della Cappelletta |
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Gli
ultimi del gruppo salgono alla vetta del monte Gottero. Il termometro
segna - 12 gradi e il vento è molto forte (27 gennaio 2005) |
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M.
AIONA da Magnasco
3
febbraio 2005 - Gianni, Franca, Renato, Marasso, Paolo,
Dino, Tonino, Arrighini, Gian Piero, Franco, Giorgio, Terenzoni
Tempo
splendido, tanto sole e temperatura mite (-5 alla partenza ) se
paragonata al gran freddo della settimana scorsa. La neve è
scarsa, specialmente nel versante sud-est. Molto ghiaccio ovunque
e tanti ruscelli completamente trasformati in "vie di ghiaccio".
In alto invece la neve è zucchero.
Siamo
partiti da MAGNASCO alle 8 e 50 dopo aver portato un'auto ad AMBORZASCO
per poter fare la traversata completa. Poco dopo il LAGO DELLE
LAME, ghiacciato, ci siamo messi i ramponi. Tanto ghiaccio sulla
sterrata. Poi pian pianino la neve è aumentata e alle AGORAIE
era piuttosto abbondante. Bella salita nel magico ambiente del
bosco gelato, il silenzio appena rotto dallo scricchiolare della
neve sotto le punte dei ramponi. Il percorso in gran parte all'ombra
è improvvisamente cambiato quando, seguendo i segni dell'ALTA
VIA, siamo arrivati sulla dorsale che porta al PASSO PRE DE LAME.
Qui il sole abbaglia. Attraversato l'ultimo tratto nel bosco abbiamo
raggiunto il pianoro sommitale. Neve non abbondante ma sufficiente
a coprire quasi totalmente l'AIONA. Alle 12 e 30 siamo arrivati
alla croce dove abbiamo scattato le foto di rito e poi, per ripararci
da quel poco di vento che soffiava in vetta, ci siamo fermati
poco sotto, verso la SPINGARDA, dove c'è un caratteristico
ammasso roccioso. Sosta per il pranzo fino alle 13 e 30. Discreta
visibilità ma non ottima. Bene le ALPI, le APUANE, l'appennino
TOSCO EMILIANO, foschia più lontano. Ripreso il cammino
siamo scesi velocemente al PASSO DELLA SPINGARDA e proseguito
lungo la strada coperta sempre di neve. Altra sosta nella radura
di incrocio poi anzichè seguire il segno delle due righe
abbiamo preso la strada che va a sinistra, commettendo un grave
errore. Infatti ben presto ci siamo trovati alle prese con fiumi
di ghiaccio che ci hanno messo in difficoltà e ci hanno
costretto a mettere e togliere i ramponi più volte. Alle
16 e 30 siamo arrivati ad AMBORZASCO. Una bella gita! |
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Una
parte del gruppo arriva alla croce dell'Aiona, con un sole abbagliante.
Il freddo dei giorni scorsi è solo un ricordo. 3 febbraio
2005. |
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Al
ritorno il sentiero era così. I ramponi mordono il ghiaccio
dei ruscelli. |
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M.
ANTOROTO dalla val d'Inferno
29
aprile 2005 - Gianni, Franca, Paolo, Carlo, Renato, Giorgio,
Mino, Dino
Tempo
discreto al mattino con cielo velato e qualche nuvola scura. Decisamente
bello al pomeriggio con tanto sole e tanto caldo.
Siamo
partiti dalla chiesa della VAL D'INFERNO alle 8 e 15. Dopo una
tranquilla salita al RIFUGIO SAVONA è iniziata la presenza
sempre più "ingombrante" della neve che ancora
una volta è stata la grande protagonista della gita. Dopo
una breve sosta su di un colletto poco sopra il rifugio per uno
spuntino a base di focaccia è iniziato il tratto più
insidioso: il sentiero a mezza costa e sul ripido, con neve spessa
ma fradicia e scivolosa che ci ha impegnato in difficili esercizi
di equilibrismo. Alle 10 e 45 siamo arrivati alla COLLA BASSA.
Il gruppo è salito sul ripido itinerario parallelo alla
cresta e si è messo i ramponi poco sotto la vetta. Gianni
invece, messi i ramponi alla COLLA BASSA, ha proseguito da solo
per la via che segue il sentiero sulla destra del vallone. Una
gran faticaccia scalinare da solo su quella neve! Passo dopo passo
è arrivato alla CROCE di vetta alle 11 e 40 insieme al
gruppo. A Sud foschia e mare di nuvole sopra la costa. A nord
cielo pulito con le MARITTIME in bella vista con tanta e tanta
neve: paesaggio decisamente invernale. Lunga e piacevole sosta
al sole per il pranzo, senza un alito di vento e con temperatura
mite. Alle 13 via per la discesa. Il gruppo ha seguito le tracce
di Gianni in salita, facendo attenzione a non sprofondare fino
alla cintola. Poi sotto la COLLA BASSA gran divertimento nel canalone
che porta ai boschetti più in basso. In questo tratto abbiamo
lambito il fronte terminale di alcune slavine anche di discrete
dimensioni. Altra sosta per la merenda e ultimo tratto di scarpinata
fino alle macchine dovia siamo arrivai alle 15 e 45. |
La
croce in vetta all'Antoroto |
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Una
slavina scende oltre la Colla Bassa |
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PIZZO
D'UCCELLO da Vinca
19
maggio 2005 - Gianni, Franca, Paolo, Bruno C., Dino, Renato,
Bruno G., Mino, Marasso
Mattinata
splendida. Cielo terso e pulito, poi verso mezzogiorno le solite
nuvole in quota hanno un pò rovinato il panorama. Complessivamente
tempo decisamente buono.
Dopo
tanti anni siamo tornati su questa bella cima. Partiti alle 8
da VINCA siamo saliti alla CAPPELLETTA dove si stacca il sentiero
che si inerpica fino a FOCE DI GIOVO. Alle 10,30 siamo arrivati
alla FOCE DI GIOVO, importante valico dove si incrociano i sentieri
provenienti non solo da VINCA ma anche dal rifugio DONEGANI e
buon punto di osservazione: oltre al PIZZO D'UCCELLO bella vista
su PISANINO, CONTRARIO, GRONDILICE, SAGRO. Dopo è iniziata
la "scalata" al PIZZO, suggestiva salita che ha richiesto
anche l'aiuto delle mani. Alle 11,40 gli ultimi hanno raggiunto
la vetta dove hanno potuto ammirare un buon panorama appena rovinato
dalle nubi e foschie. Comunque bella vista su PISANINO, CONTRARIO,
GRONDILICE, SAGRO e poi TOSCO-EMILIANO con ALPE DI SUCCISO, NUDA,
CUSNA, PRADO, CIMONE, RONDINAIO, GIOVO e più a ovest ORSARO,
MARMAGNA e SILLARA. Alle 12,30 abbiamo iniziato la discesa e siamo
ritornati alla FOCE DI GIOVO (13,30). Poi abbiamo preso il sentiero
che si dirige a sinistra del GRONDILICE, a mezza costa. Dopo una
marcia tirata alle 15 siamo arrivati alla FINESTRA DEL GRONDILICE,
suggestiva selletta proprio sopra il nuovo rifugio DONEGANI. Nel
versante opposto la slanciata mole del SAGRO. Dalla FINESTRA siamo
scesi sul ripido fino a FOCE DEI RASORI nei pressi di una pineta.
Da qui la vista spaziava sul TAMBURA, PANIA, ALTISSIMO e, in mare,
sull'ELBA, GORGONA, CAPRAIA E CORSICA (tra le nuvole). Continuando
la discesa alle 16,45 siamo arrivati alla CAPANNA GARNERONE dove
una provvidenziale sorgente ha placato la nostra sete. Quindi
ultimo strappo fino a VINCA dove alle 18 abbiamo completato l'anello
di questa bella gita. |
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La
divertente salita al Pizzo d'Uccello |
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Il
Pizzo d'Uccello |
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MONGIOIE
da Viozene
26
maggio 2005 - Gianni, Franca, Renato, Mino, Mimmo, Giorgio
Ancora
tempo buono. Cielo sereno con qualche leggera velatura. E' scoppiato
il caldo anche se in quota c'è ancora tanta neve.
Siamo
partiti da Viozene alle 8,30. Dopo il primo strappo fino a PIAN
DEL SOLE è iniziata la vera e propria salita. Franca oggi
non stava bene e mentre gli altri hanno preso un passo davvero
scatenato noi siamo saliti davvero adagio. Al BOCCHIN DELL'ASEO
abbiamo intravvisto una numerosa comitiva che si stava inerpicando
verso la vetta. Piano piano siamo finalmente arrivati alla cresta
rocciosa dove abbiamo raggiunto la comitiva: un'intera scolaresca
con professore e guida (Giovanna del RIFUGIO MONGIOIE nella foto
qui sotto) . Alle 12 abbiamo finalmente raggiunto la croce dove
i nostri amici, arrivati da tre quarti d'ora, si stavano riposando
al sole caldo di questa splendida giornata. Il panorama era a
sprazzi perchè la solita nuvolaglia ingombrava parte dell'orizzonte:
visti il PIZZO D'ORMEA, CONNOIA, SALINE, BALLAUR, MARGUAREIS,
ARGENTERA, BERTRAND, CARS, SACCARELLO. Verso il mare poco o niente.
Ancora molta neve un pò ovunque. Alle 13 siamo scesi lungo
la cresta e tra nevai e ripide praterie sino alla GOLA DELLE SCAGLIE.
Ancora discesa su neve buona e sicura sino all'inizio degli sfasciumi.
Qui la discesa è stata a tratti anche divertente con belle
scivolate che in breve ci hanno condotto sulle verdi praterie
che sovrastano il RIFUGIO MONGIOIE. Al RIFUGIO non ci siamo fermati
perchè la fontana era asciutta. Così abbiamo proseguito
sempre velocemente sino a VIOZENE dove siamo arrivati alle 15,15.
Dopo una salutare rinfrescata alla fontana via verso GARESSIO
per assistere all'arrivo della tappa del giro. |
Gianni
ha due zaini: quello davanti è di Franca che proprio non
riusciva a salire |
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Dalla
vetta del Mongioie panorama sulla bastionata delle Saline |
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Lasciata
la vetta del Mongioie siamo scesi dalle Scaglie e abbiamo approfittato
dei numerosi nevai. Bellissimi! |
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Il
gruppo in vetta al Mongioie. Con noi posa anche Giovanna del rifugio
Mongioie che oggi ha accompagnato quassù un'intera scolaresca |
Il
rifugio Mongioie |
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ROCCA
DELL'ABISSO dal Colle di Tenda
23
giugno 2005 - Gianni, Franca, Cesare, Franco, Dino, Paolo,
Terenzoni, Mino, Giorgio
Tempo
buono. Solo dopo mezzogiorno la solita nuvolaglia e un pò
di nebbia hanno coperto parzialmente il cielo. Tanti rododendri
ma in gran parte già sfioriti.
Siamo
partiti dal piazzale asfaltato sopra il COLLE DI TENDA alle 8,30.
E' così iniziata la panoramica traversata lungo la dorsale
che conduce alla ROCCA DELL'ABISSO. Buona la vista sulle ALPI
LIGURI, BESIMAUDA, MARGUAREIS, SALINE, BERTRAND, SACCARELLO, TORAGGIO.
Oltre il ROIA il BEGO. Davvero suggestivi i forti che proteggevano
il confine italo-francese. In parte sono mal ridotti ma a tratti
le possenti strutture in pietra squadrata sono ancora perfettamente
in piedi e sovrastano i fossati e i terrapieni che li circondano
a protezione del corpo centrale. Nella nostra camminata di forti
ne abbiamo incontrato almeno tre e altri li abbiamo visti in lontananza,
più in basso, nel versante francese. Singolare, sempre
dall'alto, è la vista della strada che dal COLLE scende
con una serie infinita di tornanti verso CASTERINO. Oltre i forti
il sentiero si è fatto più ripido e dopo un solitario
laghetto è iniziata la salita tra massi e sfasciumi. La
vetta sembrava a portata di mano ma per arrivare la salita è
stata ancora lunga e solo alle 12 siamo arrivati alla croce. Non
eravamo soli, c'era anche un gruppo di frati e sacerdoti dell'Eremo
del Deserto di Varazze. Piacevole sosta al sole per il pranzo
e vista sulla VALLE DELLE MERAVIGLIE, ARGENTERA, MATTO, FRISON,
GARBELLA. Dopo la foto di gruppo alle 13 ci siamo avviati per
il ritorno e abbiamo seguito la bella mulattiera militare costruita
su un'ardita massicciata. Il tempo ha tenuto e tranquillamente
siamo arrivati alle auto poco prima delle 16. Una bella gita panoramica
e senza difficoltà. |
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A
sinistra la vetta della Rocca dell'Abisso fotografata poco sopra
al Colle di Tenda. I rododendri (peccato che erano ormai alla
fine della fioritura) ci hanno accompagnato nel percorso. |
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La
suggestiva strada che dal Colle di Tenda scende nel versante francese
a Casterino |
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Il
gruppetto ammira il Fort de Jaure, imponente e suggestivo. |
Il
laghetto sotto la Rocca dell'Abisso. Oltre questo la salita si
fa più ripida. In questo laghetto, in realtà più
grande di quello che si può vedere in foto e circondato
da chiazze di neve residua, un religioso del gruppetto che abbiamo
incontrato in vetta ha nuotato. |
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CIMA
BERTRAND e CIMA MISSUN dall'area pic nic Giannetto di Upega
30
giugno 2005 - Gianni, Franca, Paolo, Dino, Bruno, Giorgio
Tempo
discreto: Sole al mattino, un pò di nuvole al pomeriggio.
Oltrepassata
UPEGA abbiamo lasciato le auto nell'area pic nic Giannetto proprio
al confine tra la provincia di Cuneo e quella di Imperia. Qui
inizia la traccia di sentiero, non sempre ben marcata, che sale
attraverso il bosco di larici delle NAVETTE. Abbiamo notato una
nuova sterrata che raggiunge con larghi tornanti la strada, sempre
sterrata, proveniente da MONESI. Noi abbiamo seguito il sentiero,
spesso interrotto dalla nuova strada, fino a raggiungere la sterrata
di MONESI. Superata questa siamo arrivato in breve tempo (9 e
45) alla COLLA ROSSA. Mai nome è stato più azzeccato:
il terreno è formato da sfasciumi di roccia rossa simile,
nella struttura, all'ardesia. Oltre la COLLA ROSSA abbiamo piegato
a destra e, tenendoci sul versante francese poco sotto il filo
di cresta, alle 10 e 30 siamo arrivati in vetta. Poco vento e
buona visibilità sulle ALPI LIGURI e MARITTIME, dal PIZZO
D'ORMEA al MARGUAREIS, dal BEGO all'ARGENTERA. Anche il CLAPIER,
il GELAS e la MALEDIA erano bene in vista. Poi nuvole e foschia,
solo il VISO in evidenza. Foto e sosta pranzo anticipata fino
alle 11 e 20 quando siamo discesi e tornati alla COLLA ROSSA e
abbiamo poi proseguito, tra rododendri e larici, sino alla CIMA
MISSUN che abbiamo raggiunto alle 13. Buona, anche se parziale,
la vista sul SACCARELLO. Suggestiva la balconata a precipizio
sul versante francese. Dalla MISSUN abbiamo visto BRIGA e dalla
BERTRAND TENDA. Tra i banchi di nebbia che si avvicinavano siamo
tornati ancora una volta alla COLLA ROSSA per scendere poi verso
l'area pic nic dove avevamo lasciato le auto. Alle 15 e 45 abbiamo
concluso questa bella gita tranquilla in mezzo a tanto verde e
tanti fiori. |
La
vetta della cima Bertrand incorniciata da un arco di tronchi il
30 giugno 2005 |
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Salendo
alla cima Bertrand il 30 giugno 2005 |
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Rododendri
ancora fioriti poco sotto la vetta della Bertrand (versante francese) |
Dopo
la Bertrand siamo saliti anche sulla cima Missun. Ecco la croce.
30 giugno 2005. |
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M.
CHABERTON da Clavière
15
settembre 2005 - Gianni, Franca, Dino, Paolo, Renato,
Mino, Giorgio
Giornata
splendida. Sole caldo ed ottima visibilità.
Siamo
partiti da Clavière alle 8,30. Il sentiero inizia nei pressi
di una seggiovia poco prima del confine italo-francese, segue
il corso del torrente e sale fino ad un grande pianoro sormontato
dall'imponente mole dello CHABERTON. Poi svolta a destra per inerpicarsi
sul ripido fino al COLLE DELLO CHABERTON a 2671 m. di quota. Qui
abbiamo fatto una breve sosta e ammirato la VAL DI SUSA. Dopo
non ci è rimasto che proseguire sulla comoda mulattiera
che porta in cima alla montagna. Qui si è presentato ai
nostri occhi uno spettacolo inaspettato: lunghe schiere, perfettamente
allineate, di soldati che scendevano dallo CHABERTON. Pantaloni
mimetici, giacca a vento leggera, grosso zaino e bastoncini. Erano
suddivisi in compagnie e c'erano tante soldatesse, anche molto
carine. Siamo arrivati in vetta, dalle otto torri, alle 12,30.
Stupendo panorama: DELFINATO, THABOR, BIANCO, ROCCIAMELONE e poi
tutta la VAL DI SUSA con gli impianti per le prossime olimpiadi
invernali. A sud la cresta sommitale del VISO. A sud ovest la
conca di BRIANCON. Alle 13,30 abbiamo iniziato la discesa e siamo
rientrati alle auto alle 16 e 45. |
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Schiere
di soldati scendono dallo Chaberton. Sono quasi 500. |
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C'è
anche una compagnia di soldatesse. Alcune sono molto carine. |
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Vista
sul Delfinato. Tutta la gita è in territorio francese. |
Le
otto torri in vetta allo Chaberton |
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M.
GOTTERO dal passo dei Due Santi
22
settembre 2005 - Gianni, Franca, Mino, Paolo, Carlo,
Giorgio, Bruno, Renato, Tonino, Enrico, Dino
Tempo
discreto. Sole e folate di nebbia in quota. Al mattino molto
freddo.
Siamo
partiti alle 8,30 dal centro sciistico di ZUM ZERI che è
situato su un'ampia spianata circondata dai faggi. All'inizio
il tracciato dell'ALTA VIA segue l'ampia pista che sale verso
ponente. Poi l'itinerario segue fedelmente l'antica strada dei
"TERMINI" così chiamata per i cippi di confine
numerati da 13 a 1. Il numero 1 è posto alla FOCE DEI
TRE CONFINI. Ogni cippo in pietra porta lo stemma del DUCATO
DI PARMA e la data del 1828. Nel cippo n. 1 è anche indicata
la data del 1780. Insomma abbiamo utilizzato una strada ricca
di storia che si snoda sempre in quota ora in costa ora sui
crinali tondeggianti dei M.TECCHIONE-PITONE-PRATO. Tra un monte
e l'altro dolci declivi e colli anche importanti per le comunicazioni
di una volta come quello del FOCETTO al crocevia della strada
ADELANO-ALBARETO. Il tutto sempre all'interno di stupendi boschi
di faggio. Ogni tanto qualche scorcio panoramico verso il mare
con parziale vista di APUANE-ELBA-GORGONA-VERSILIA-GOLFO DELLA
SPEZIA. Ma la visibilità non era granchè con nuvole
sparse sia sui monti che sul mare. I veri protagonisti della
gita sono stati i funghi. Quasi tutti ne hanno trovato ed è
stata una gradita sorpresa. Sul GOTTERO siamo arrivati alle
12,30 e dopo la sosta per il pranzo in compagnia di un escursionista
di Varese alle 13,30 siamo ripartiti per lo stesso percorso
dell'andata. Alle 17,10 siamo arrivati alle auto. Una bella
gita in ambiente un pò diverso dal solito che ci ha permesso
di conoscere uno dei tratti più interessanti dell'ALTA
VIA DEI MONTI LIGURI.
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Un
"termine", cioè un confine che delimita un territorio.
Sono 13 i termini tra il passo dei Due Santi e la Foce dei Tre
Confini. 1828 è l'anno di questo termine. Al passo dei
Tre Confini la data è il 1780. |
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Centinaia
di funghi rossi nel bosco. Per fortuna c'era anche qualche porcino... |
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Scendiamo
per tornare al passo dei Due Santi. Una leggera nebbia ci ha accompagnato
per tutta la gita. |
Il
panorama dell'Appennino. Il mare si confonde con il cielo. Se
fosse limpido si potrebbero vedere le isole. |
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ALPE
DI SUCCISO dal passo del Lagastrello
27
ottobre 2005 - Gianni, Franca, Paolo, Dino, Giuliano,
Franco, Renato, Giovanni, Carlo, Giorgio, Mino
Le
previsioni davano tempo buono. Però, arrivati al LAGASTRELLO,
abbiamo trovato un bel nebbione. Non si vedeva neppure il lago.
Parcheggiate le macchine al di là del maestoso ponte che
sovrasta la diga del LAGO PADULI, alle 8,15 ci siamo messi in
cammino seguendo i segni dell'itinerario che conduce al RIF. SARZANA
sul LAGO DI M. ACUTO. Veloce sgroppata tra la faggeta ormai completamente
spoglia e già in veste invernale e un pò prima delle
10 siamo arrivati al RIFUGIO. Bello il lago sovrastato dal M.
ACUTO. Qui è iniziato il tratto più tormentato della
gita. La nebbia notturna che nel frattempo si era dileguata aveva
lasciato il terreno completamente bagnato tanto da rendere faticoso
l'attraversamento di uno sfasciume di grossi sassi morenici e
la discesa nel vallone dei GHIACCIONI, ripida e scivolosa. Siamo
poi risaliti verso il PASSO DI PIETRATAGLIATA che domina l'imponente
circo glaciale del versante NORD OVEST dell'ALPE DI SUCCISO e,
dopo essere arrivati al PASSO alle 12, abbiamo proseguito verso
la vetta che abbiamo raggiunto alle 12,45. Giovanni non stava
bene e con Paolo si è fermato poco sotto la vetta a riposare
un pò. La sosta per il pranzo al tiepido sole autunnale
è stata piacevole. Buon panorama su ORSARO, MARMAGNA, MALPASSO
ad ovest, VENTASSO, CUSNA, PRADO, LA NUDA ad est. Più lontani
il CIMONE, il GIOVO, il RONDINAIO. Ben visibili le APUANE. Nubi
e nebbia invece sulle ALPI, foschia al mare. Alle 13,30 siamo
ripartiti per lo stesso percorso della salita. Breve sosta al
RIFUGIO e veloce camminata fino alle auto dove siamo arrivati
alle 17,45. Abbiamo anche potuto vedere, libero dalla nebbia,
il grande lago e la massiccia diga che lo trattiene. |
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Dal
mare di nuvole emerge il Ventasso |
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Il
monte Acuto si rispecchia nel lago omonimo |
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Franco
si diverte sulla cresta al passo di Pietratagliata |
La
Madonnina in vetta all'Alpe di Succiso |
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M.
CARMO DI LOANO da Boissano
24
novembre 2005 - Chiara, Giuliano, Cesare, Paolo, Dino,
Giovanni, Giorgio, Franco, Bruno, Tonino, Mino, Gianni, Franca
Al
mattino tempo incerto con cielo velato. Poi via via deciso miglioramento
anche se il protagonista è stato il freddo: in vetta
eravamo a -5. Siamo partiti alle 7,30 e la prima piacevola sorpresa
è stata la scoperta di BOISSANO, posto in posizione panoramica
e perfettamente in ordine: case ristrutturate, strade pulite,
giardini, orti. L'itinerario contrassegnato da un X rossa sale
dolcemente su pendii esposti a sud-ovest con ampi spazi destinati
al pascolo e ruderi di vecchie costruzioni in pietra. Superate
le pendici del M. RAVINET si arriva alla CASA DEL FO. Il panorama
è sempre grandioso: da BERGEGGI alla GALLINARA, dalle
rocce delle montagne al mare. Il sentiero diventa spesso tortuoso
e i segni non sono sempre ben marcati. Bisogna quindi fare un
pò di attenzione anche in una giornata senza nebbia come
quella di oggi, specialmente nell'ultimo tratto, prima del RIFUGIO
M. CARMO. Alle 11,30 siamo arrivati alla CROCE di vetta e immediatamente,
dopo le foto di rito, siamo scesi al RIFUGIO "AMICI DEL
M. CARMO" dove abbiamo acceso la stufa e fatto sosta per
il pranzo. Alle 12,45 siamo ripartiti per lo stesso itinerario
della salita. Dal Carmo abbiamo potuto ammirare un buon panorama
sulle ALPI LIGURI, bianche di neve e sempre suggestive, sul
MONVISO e, a ponente, su ROCCA BARBENA, CASTELL'ERMO, GALERO,
ARMETTA. La discesa è stata una tranquilla camminata
interrotta da brevi soste a ridosso delle antiche costuzioni
in pietra già ricordate. Alle 16 abbiamo concluso la
nostra gita: davvero bella.
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Panorama
dalla vetta sulle Alpi Liguri appena imbiancate dalla neve: da
sinistra Pizzo d'Ormea, Mongioie, Antoroto |
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L'isola
della Gallinara, nera nel controluce, fotografata dalla vetta. |
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In
vetta al Monte Carmo. Sullo sfondo le Alpi Liguri. |
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Il
pranzo nel rifugio Amici del M. Carmo, al riparo del vento gelido
della vetta. |
La
piana di Loano e il mare, scendendo. Sembra di essere su di un
balcone. |
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M.
TREGGIN, ROCCA GRANDE E PORCILE da Bargone
1
dicembre 2005
- Gianni, Franca, Paolo, Dino, Renato, Mino, Cesare, Giorgio,
Giovanni, Bruno, Tonino, Gian Luigi, Dino
Gran
bella gita in una giornata di sole. Aria frizzante e solo un pò
di vento gelido in quota.
Siamo
partiti da BARGONE alle 7,45 e con una veloce salita abbiamo raggiunto
alle 9 il M. TREGGIN (segno X rosso). Da qui abbiamo ammirato
il panorama sulle APUANE, ISOLA D'ELBA, GORGONA e MARITTIME. Suggestiva
la cresta dello ZATTA bianco di neve. Poi abbiamo proseguito fino
al ROCCA GRANDE, bella cima rocciosa che abbiamo raggiunto alle
10 sempre seguento il segno X rosso. Al PASSO DEL BOCCO DI BARGONE
lo spessore della neve si è fatto consistente e la traversata
fino ai piedi del PORCILE ci ha impegnati un pò. La salita
dalla strada che circonda quasi la base del monte è stata
faticosa per via della neve alta in cui si sprofondava fino al
ginocchio e in vetta siamo arrivati alle 12,35. Il vento gelido
ci ha costretti ad un veloce dietro front e dalle antenne sotto
la vetta abbiamo fatto sosta fino alle 13,45. Una veloce discesa
ci ha portati fino al PASSO DEL BOCCO. Qui, anzichè seguire
la strada a sinistra che porta a BARGONE siamo scesi direttamente
nel vallone seguendo la traccia del sentiero, invisibile per la
neve e segnato da un triangolo rosso, anche questo cancellato
dalla neve. Abbiamo così sbagliato e dopo essere scesi
parecchio ci siamo ritrovati in un bosco pieno di rovi. Siamo
così risaliti fino alla strada sterrata che scende dal
BOCCO e qui finalmente abbiamo seguito la strada e raggiunto BARGONE
alle 17,30 ormai al buio. |
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Il
contrasto della neve col mare in questa bella gita al Treggin,
Rocca Grande e Porcile |
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Il
monte Porcile bianco di neve |
Il
monte Porcile sullo sfondo |
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